L'OMICIDIO DI ANGELO MASSIMO CASELLI

PRIMA PARTE

Sotto-Prefettura
Circondario di Penne
Pubblica Sicurezza

Oggetto: Ferimento in persona di Casella Angelo Massimo da Penne.

Penne, il dì 8 Febbraio 1866

Verso le ore 8 p.m. di ieri Masini Antonio, di cui s’ignora la paternità, di anni 28 circa, contadino di questa Città di Penne, avvistò un uomo giacente a terra, intriso nel proprio sangue, sulla via, poco lungi da questo abitato, in vicinanza dell’orto dei Minori Riformati. E riconosciutolo pel compaesano Casella Angelo Massimo, fu Sabatino, di anni 50, contadino, con l’aiuto di altri accorsi lo ricondusse alla di lui propria abitazione in Penne. Ove il Casella diceva che andando egli verso le ore 7 pom. per quella strada, unitamente a Pasquale Scocchia, fu Giuseppe, contadino di anni 30, di questo Comune, vennero aggrediti da un tal Bernardo Sardini, di Gioacchino, di anni 60, e dal costui genero Pietro Massimiliani, contadino, entrambi di Penne.
Uno dei quali chiamando per nome il Casella, senza perdersi in altre parole, gli vibrava in sulle spalle un colpo di scure, che però colpiva di piatto; al che lo Scocchia si sarebbe frapposto, ma vedendo che il Massimiliani lo minacciava con la scure, ed il Sardini con una pistola, pensava meglio salvarsi con la fuga, e lasciar solo il Casella, che riceveva altro colpo di scure producendogli una ferita da taglio nella regione renale sinistra della lunghezza di 9 centimetri e larghezza 3, e profonda 5, giudicata dal dottore di Tonno di questa Città, d’impedimento al lavoro per 30 giorni.
Intervenuti gli Agenti di P.S. Lefauni Luigi appuntato, e Maregetti Antonio guardia di P.S. di questo drappello di Penne, questa mane sul luogo ove era stato rinvenuto il Casella intriso nel suo sangue, vi rinvenivano un berretto di panno oscuro con un piccolo fiocco di cotone rosso, che riconoscevasi di pertinenza di esso Casella, e che debitamente repertavasi al Pretore di Penne.
VerbaleIn quanto alla causa del reato, che secondo i detti dell’offeso rimarrebbe una incognita, questo Ufficio osservando dai suoi Registri che lo Scocchia Pasquale, il dì 9 Luglio 1862 subiva ammonizione come sospetto ladro, e che il Casella Angelo Massimo veniva anch’egli denunziato come tale per la debita ammonizione, addì 13 Dicembre 1865, accogliesi l’ipotesi che per avventura non fossero essi stati per commettere in quelle vicinanze qualche furto in danno degli imputati Sardini, e Massimiliani, i quali avrebbero reagito in quel modo contro di essi.
Epperò in omaggio al disposto negli art. 62 e 101 del Codice di Procedura Penale, si rende sollecito il sottoscritto darne denunzia alla Pretura di Penne ed all’onorevole Procura presso il Tribunale Circondariale di Teramo.
Firmato: Il Delegato Capo d’Officio

Verbale di querela o denunzia orale

L’anno mille ottocento sessantasei il giorno otto del mese di febbraio in Penne,
Noi Alessandro Persio Vice Pretore di Mandamento di Penne assistiti dal Segretario Nicola Grametti.
Informati del grave ferimento di Angelo Massimo Caselli ci siamo diretti nella di lui casa di abitazione e rinvenutolo giacente a letto, opportunamente domandato, ha fornito le sue generalità: ha risposto di chiamarsi Angelo Massimo Caselli fu Sabatino di anni 56, contadino nato e domiciliato a Penne.
Così ha risposto:
Ieri sera a circa le ore 24* (vedi nota esplicativa in calce), io mi portai nella masseria di Pasquale Scocchia ad oggetto di prendervi un fascetto di canne secche, e nell’andarvi m’incontrai con tal Bernardo Sardini, e il di lui genero a nome Pietro. Continuai il mio cammino senza che il Sardini, e il genero mi avessero salutato. Giunto nella detta masseria Pasquale Scocchia mi diede le canne.
Dopo mi ritornai senza prendere le canne essendomi accorto di essere avvinazzato. Arrivato nel luogo ove prima avevo incontrato il Sardini, ve lo ritrovai di nuovo, e quando gli fui vicino, gli offrii una presa di tabacco che prese. Dopochè, a tradimento mi diede un colpo di scure nella schiena, causandomi la ferita che vedete. Non saprei per quale motivo egli avesse deciso di ferirmi.
Il fatto avvenne sotto il Convento dei Zoccolanti di questa Città, e precisamente vicino a un chiavicotto. Preceduto lettura e conferma, si è asserito analfabeta.

*Ore Italiche (che iniziano al tramonto)
Nel sistema orario detto ITALICO l'inizio del giorno (ora 0) è fissato all'istante del tramonto del Sole. Il giorno, diviso in 24 ore di lunghezza uguale, termina quindi alle ore 24 alla fine dell'arco diurno del Sole. Questo sistema ebbe grande diffusione nelle nazioni europee a religione cattolica a partire dal XIV secolo e rimase in uso fino a circa la metà del XIX secolo. Nel caso in questione (mese di febbraio) le ore 24 corrisponde alle attuali ore 17.30 circa.

Vittorio Emanuele II°
Per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia.
Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne, mandiamo ed ordiniamo all’usciere Sig. del Bono di citare gl’infrascritti individui a comparire subito nella pretura del Mandamento di Penne sita nella strada S. Comizio casa Papa, piano superiore porta n. 3, ond’essere esaminati sui fatti e sulle circostanze per le quali verranno interrogati. Con diffidamento non comparendo andranno incontro alle pene stabilite dall’art. 176 codice penale.
Dato a Penne lì 8 febbraio 1866
Da citarsi:

Vincenzo Gentili
Nicola di Tonno

Medici cerasici in Penne.

 

Verbale di perizia


L’anno mille ottocento sessantasei il giorno otto del mese di febbraio in Penne,
Noi Alessandro Persio Vice Pretore di Mandamento di Penne assistiti dal Segretario Nicola Grametti.
Vista la querela che precede, dovendo procedere alla ispezione dell’offeso Angelo Massimo Caselli, dietro citazione, abbiamo fatto venire alla nostra presenza Vincenzo Gentili e Nicola di Tonno, medici cerasici di Penne, i quali a termini dell’art. 285 del Codice di procedura penale, e previo adempimento di quanto ivi si prescrive, prestano prima il giuramento di bene e fedelmente procedere alle operazioni che loro saranno demandate, e di non avere altro scopo che quello di farci conoscere la pura e semplice verità.
Quindi istruiti detti periti su che debbano emettere il loro giudizio, hanno presentato la relazione che si allega:

Penne, 8 Febbraio 1866
Previo suo invito, in compagnia di Lei e del Cancelliere, ci siamo recati in casa di Angelo Massimo Caselli, ivi, dopo averci Ella fatto prestar giuramento nella forma di rito, ci ha incaricato riconoscere il suddetto; al che avendo noi adempito in presenza di Lei e del Cancelliere, lo rapportiamo che il medesimo Caselli tiene una ferita da taglio intrisa posta obliquamente nella regione lombare sinistra, comprendendo il midollo spinale, della lunghezza di circa tre pollici, larghezza di mezzo pollice, e profondità di circa un pollice, che offre dolori gravativi, inoperosità a flettersi nel tronco, ed incapacità al libero moto.
Firmato: Nicola di Tonno e Vincenzo Gentili

 

Verbale dei Carabinieri

Penne, il 11 Febbraio 1866
CARABINIERI REALI
Legione di Chieti
Compagnia di Teramo
Luogotenenza di Penne
Stazione di Penne

Al Signor Giudice Regio
del Mandamento
di Penne

OGGETTO: Ferimento grave

Mi fo dovere di rendere informata la S.V. Ill.ma che la sera delli 7 andante verso le ore 18, certo Casella Angelo Massimo, di Sabbatino, d’anni 56, nato e domiciliato in questa città, contadino di professione, questo nell’ora suddetta si trovava in casa di certo Scocchia Pasquale, di incerti genitori, di anni 34, nato in questa città, domiciliato alla Masseria detta la regione di Assergi poco distante da questa città, e contadino di professione.
Per tanto nell’ora suddetta tanto il Casella che il Scocchia partivano dal detto abitato per accompagnare il Casella che si riduceva alla sua casa, è tosto i medesimi che sono giunti al ponte detto il ponte di Assergi in vicinanza al convento dei Zoccolanti di questa città, tutto ad un tratto appariva alla vista dei suddetti un tale Sardini Bernardo, fu Francescoantonio (fu Gioacchino - N.d.A.), nato e domiciliato in questa città, contadino di professione, ed in incognito, che il Scocchia dice che possa essere il genero del Sardini in parola.
E’ questo Sardini tutto ad un tratto gli vibrò un colpo di accetta di cui era armato, al Casella, che lo colpì propriamente nella regione renale sinistra cagionandogli una ferita lunga tre pollici, e larga di un pollice, e profonda un pollice e mezzo, portando impedimento al lavoro personale oltre ai 30 giorni.
Quindi tanto l’incognito che il Sardini dopo di avere commesso il reato si sono messi in fuga senza sapere la presa direzione.


L’anno milleottocentosessantasei, il giorno dodici del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Pasquale Scocchia, di padre incerto, di anni 33, contadino domiciliato in Penne, senza beni di fortuna, ed indifferente con le parti.
Nel mattino del sette corrente il mio paesano Angelo Massimo Casella mi disse che Salvatore Laguardia desiderava da lui un fascio di canne secche per pelare un maiale, e se io gli potevo fare il piacere, egli si portava nella mia masseria così lo avrei servito.
Verso un’ora di notte quindi il Casella si portò nella mia casa rurale. Ma poco si reggeva in piedi perché stava ubbriaco.
Constatato il suo stato di ebbrezza io comunque gli avevo appuntato le canne, ma non gliele volli consegnare e per lo stesso motivo dopo una mezz’ora col ritirarsi egli in casa propria, lo volli accompagnare. Giunti che fummo nel cosi detto chiavi cotto sotto il convento dei Padri Riformati di questa Città, c’incontrammo con Bernardo Sardini e col suo genero Pietro Massimiliani, i quali stavano impostati. In tal incontro il Sardini chiamò il Casella, il quale nello andar verso di lui gli offrì una presa di tabacco, il suo genero Pietro Massimiliani diede al Casella un colpo di scure sulla spalla diritta, ed eccitò il Sardini ad uccidermi con la pistola, perché vide che io volevo difendere il Casella. Non potetti io intanto in nessun modo difendere il Casella il quale quindi ricevette altri colpi dal cennato Pietro Massimiliani, e fui costretto di fuggirmene.
Io ignoro perfettamente il motivo per cui il Sardini ed il Massimiliani si spinsero ad un tanto eccesso.
Angelomassimo Casella quando fu ferito stava come ho testè accennato ubbriaco, ed è per questo che ora non ricorda chi realmente lo ferì dei due aggressori.
Lettura e conferma, si è sottoscritto.
Pasquale Scocchia

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno dodici del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Antonio Core soprannominato Rasciato, figlio del fu Sabatino, di anni 23, contadino nato e domiciliato in Penne, senza beni di fortuna ed indifferente con le parti.
Verso due ore della notte del sette corrente mese io me ne tornavo in campagna quando vidi un uomo disteso sul suolo in prossimità della via nuova sotto il Convento de’ Riformati di questa Città. Mi ci avvicinai, e riconobbi esser esso un tal Angelomassimo Casella il quale non si fidava di reggersi in piedi perché gravemente ferito. Quindi io andai in cerca del suo figlio per nome Emidio, e così il Casella fu ricondotto nella sua casa, ove mi disse che i suoi aggressori erano stati Bernardo Sardini, e Pietro Massimiliani.
Non mi è noto il motivo per cui il Casella venne ferito dai suoi aggressori.
Lettura e conferma, non si è sottoscritto per essere analfabeta.


Interrogatorio dell’Imputato
L’anno milleottocentosessantasei, il giorno diciassette del mese di Febbraio alle ore 10 a.m. in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne, assistiti dal Vice Segretario Sig. Taddei, è comparso il sottonotato imputato il quale interrogato sulle generali, sul motivo della sua comparsa e a dichiarare se e quali prove abbia esso a proprio discarico;
Risponde: sono Bernardo Sardini, figlio del fu Gioacchino, di anni 60, contadino nato e domiciliato in Penne, senza beni di fortuna, ammogliato con una figlia, altra volta processato, non militare, ed analfabeta.
Io mi presento innanzi la giustizia come imputato di ferita volontaria portante seco pericolo di vita, ed impedimento al lavoro per oltre trenta giorni in persona di Angelomassimo Casella di Penne, giusto mandato di comparizione contro di me spedito. Intanto dovete sapere non essere vero che io abbia mai ferito il Casella, e percui domando la dichiarazione d’innocenza, a mia discolpa possono udirsi Raffaele Perrotti, Antonio di Silvestre, ed una donna soprannominata la Ciurletta di Penne.
Lettura data con voce intellegibile, non l’ha confermata, si è asserito analfabeta, e perciò si è sottosegnato con una croce.

CONNOTATI di Bernardo Sardini:
Età anni 60
Statura metri 1,55
Capelli canuti
Fronte giusta
Ciglia canute
Sopracciglia idem
Occhi cerulei
Naso grosso
Bocca larga
Barba canuta
Mento regolare
Faccia lunga
Colorito naturale

 
Interrogatorio dell’Imputato
L’anno milleottocentosessantasei, il giorno diciassette del mese di Febbraio alle ore 11 a.m. in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne, assistiti dal Vice Segretario Sig. Taddei, è comparso il sottonotato imputato il quale interrogato sulle generali, sul motivo della sua comparsa e a dichiarare se e quali prove abbia esso a proprio discarico;
Risponde: sono Pietro Massimiliani, figlio del fu Antonio, di anni 29, nato a Cellino, e domiciliato a Penne, senza beni di fortuna, ammogliato con un figlio, mai detenuto o processato, non militare, ed analfabeta.
Giusta il mandato di comparizione contro di me spedito io sono stato imputato di aver ferito mortalmente Angelomassimo Casella di Penne, mentre dovete sapere che è tanto falsa questa imputazione, che non conosco neppure il Casella chi egli si sia. In mia discolpa intanto si possono udire Raffaele Perrotti, Antonio di Silvestre, ed una donna soprannominata la Ciurletta di questo Comune.
Lettura data con voce intellegibile, non l’ha confermata, si è asserito analfabeta, e perciò si è sottosegnato con una croce.

CONNOTATI di Pietro Massimiliani:
Età anni 29
Statura metri 1,62
Capelli castagni
Fronte alta
Ciglia castagne
Sopracciglia idem
Occhi idem
Naso giusto
Bocca idem
Barba folta castagna
Mento lungo
Faccia idem
Colorito naturale
Corporatura giusta

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