L'OMICIDIO DI ANGELO MASSIMO CASELLI

SECONDA PARTE


Vittorio Emanuele II
Per grazia di Dio e per volontà della Nazione
Re D’Italia
Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne
Mandiamo ed ordiniamo all’usciere Signor
Moro di citare i sotto scritti testimoni a
comparire nella Pretura Mandamentale di Penne,
sita nel rione S. Comizio casa Papa piano superiore,
il giorno 25 del mese di Febbraio 1866 alle ore 9 a.m.
per essere intesi in affari penali.
Mancando saranno perseguiti come per legge.

Dato a Penne lì 23 Febbraio 1866
Il Pretore

Da citarsi:

  • Raffaele Perrotti
  • Antonio di Silvestre
  • una tale agnominata Ciurletta
  • Daniele di Marcoberardino
  • Emidio Antocci
  • Valentino Paolone
  • Tommaso di Francesco
  • Emidio Foschini
  • Antonio Grande
  • Giuseppe Fieramosca
  • Tommaso di Rocco
tutti di Penne

       
Certificato penale di Bernardo Sardini

Il Vice Cancelliere della Pretura Mandamentale di Penne

Certifica che perquisiti i registri penali esistenti nell’archivio della cancelleria della Pretura suddetta ha verificato che Bernardo Sardini di Penne sia gravato delle sotto scritte imputazioni:

  • Furto qualificato pel tempo e per lo mezzo in danno di D. Giovanni Sacconsi di detto luogo, commesso la notte dal 13 al 14 Aprile 1840. Compilata la istruzione fu rimessa all’abolita Grancorte, l’esito non si conosce.
  • Furto qualificato pel tempo e per lo mezzo commesso in una notte di Aprile 1840 in pregiudizio di D. Francesco de Sanctis di Penne. La istruzione venne trasmessa all’abolito consesso. Altro non si conosce.
  • Mancato furto qualificato pel tempo e mezzo in onta di D. Daniele Allera nella notte del 25 a 26 Settembre 1843. Compilata la istruzione fu trasmessa al predetto abolito consesso. Altro non si conosce.
  • Furto qualificato pel tempo in danno di Luigi Nobilio di Penne commesso nella notte del 6, al 7 Ottobre 1852. A 31 Dicembre di quell’anno fu la istruzione completata e rimessa all’abolita Gran Corte. Null’altro si rileva.
  • Furto qualificato pel tempo in pregiudizio di Raffaele e Massimantonio Bongrazio di Penne nella notte del 28 al 29 Marzo 1854. La procedura fu trasmessa alla suriferita abolita Gran Corte e l’esito non si rileva.
  • Ingiurie verbali, e minacce di vita a vicenda con Giuseppe di Giovanni nel 18 Maggio 1860. A 18 Giugno di quell’anno fu condannato a venti carlini di ammenda e in caso di povertà ad otto giorni di detenzione, questa pena divenne operativa.

Penne, 27 Febbraio 1866

Testimoni

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Antonio Di Silvestre,  figlio di Domenico, di anni 45, fabbricatore, nato e domiciliato in Penne, possessore di beni, ed indifferente colle parti.
Ignoro perfettamente se Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani siano stati oppure no gli aggressori di Angelomassimo Casella.
Lettura e conferma, si è asserito analfabeta e per ciò si è sotto segnato con una croce.

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Raffaele Perrotti, figlio del fu Massimantonio, di anni 60, proprietario nato e domiciliato in Penne, possessore di beni, ed indifferente colla parte offesa, e padrone degli imputati.
Non saprei attestare alla Giustizia se Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani abbiano essi o no ferito Angelomassimo Casella. Dappoichè niente mi è noto in proposito.
Lettura e conferma, si è sottoscritto.
Raffaele Perrotti

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparsa la testimone sottonotata.

Risponde: Sono Maddalena Nardelli soprannominata la Ciurletta, figlia di Girolamo di Cesare, di anni 36, contadina nata e domiciliata in Penne, senza beni di fortuna, ed indifferente colle parti.
Non conosco se Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani abbiano essi o no ferito Angelomassimo Casella, e percui nulla saprei dirvi in proposito.
Lettura e conferma, non si è neppure sotto segnata per esserne ignara.

 

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Emidio Foschini, figlio del fu Francescantonio, di anni 57, ferraro, nato e domiciliato in Penne, possessore di beni, ed indifferente colle parti.
Dal Pubblico ho inteso che Angelomassimo Casella sia stato ferito da Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani, ma io nessuna particolarità in proposito saprei assegnare alla giustizia.
Lettura e conferma, si è sottoscritto.
Emidio Foschini

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Francesco di Rocco, figlio del fu Crescenzo, di anni 64, proprietario nato e domiciliato a Penne, possessore di beni, ed indifferente colle parti.
Dalla sola voce pubblica ho appreso che Angelomassimo Casella sia stato aggredito e ferito da Bernardo Sardini, e da Pietro Massimiliani, ma se ne ignora però il motivo.
Lettura e conferma, non si è sotto segnato per esserne ignaro.

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Antonio Grande, figlio del fu Alessandro, di anni 73, nato e domiciliato a Penne, senza beni di fortuna, ed indifferente colle parti.
Ho inteso dalla voce pubblica che Angelomassimo Casella sia stato ferito da Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani, ma io nulla di preciso saprei dirvi in proposito.
Lettura e conferma non si è neppure sotto segnato per esserne ignaro.

 

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Giuseppe Fieramosca, di anni 54, negoziante di cuoiami, nato e domiciliato in Penne, senza beni di fortuna, ed indifferente colle parti.
Non conosco se Angelomassimo Casella sia stato ferito da Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani, e perciò nulla saprei deporre in proposito.
Lettura e conferma, non si è neppure sottosegnato per essersi asserito analfabeta.

 

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Valentino Paolone, figlio del fu Custode, di anni 60, contadino nato e domiciliato in tenimento di Penne, senza beni di fortuna, ed indifferente colle parti.
Non mi è noto se Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani abbiano mai ferito Angelomassimo Casella, e percui nulla saprei deporre in proposito alla giustizia.
Lettura e conferma, non si è neppure sotto segnato per esserne ignaro.

 

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Daniele di Marcoberardino, figlio del fu Antonio, di anni 60, contadino nato e domiciliato in tenimento di Penne, senza beni di fortuna, ed indifferente colle parti.
Non mi è noto se Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani siano stati gli aggressori di Angelomassimo Casella, poiché io nella notte dello avvenimento non ebbi opportunità di accorgermi di nulla.
Lettura e conferma, non si è neppure sottosegnato per esserne ignaro.

 

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Emidio Antocci, figlio del fu Domenico, di anni 56, contadino nato e domiciliato a Penne, senza beni di fortuna, ed indifferente colle parti.
Ho inteso dalla pubblica voce che gli aggressori di Angelomassimo Casella siano stati Bernardo Sardini, e Pietro Massimiliani, ma io ignoro però ogni particolarità in proposito.
Lettura e conferma, si è sotto segnato con una croce per essere analfabeta.

 

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Tommaso di Francesco, figlio del fu Clemente, di anni 60, contadino nato e domiciliato in tenimento di Penne, senza beni di fortuna, ed indifferente colle parti.
Sono perfettamente ignaro dell’autore delle ferite riportate da Angelomassimo Casella, e percui nulla saprei dirvi in proposito.
Lettura e conferma, si è sottosegnato con una croce per essere analfabeta.

 

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Salvatore Laguardia, figlio del fu Clemente, di anni 63, pizzicagnolo nato e domiciliato in Penne, possessore di beni, ed indifferente colle parti.
Non è vero che io abbia mai dato ad Angelomassimo Casella incarico per un fascio di canne secche per pelare un maiale, ed ho inteso dal pubblico che sia stato ferito mortalmente da Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani.
Ignoro perfettamente il motivo per cui il Casella sia stato ferito.
Lettura e conferma, si è sotto segnato con una croce per essersi asserito analfabeta.

 

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno venticinque del mese di Febbraio, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Vincenzo Di Zio, figlio di Ciro, di anni 41, contadino nato e domiciliato in Penne, senza beni di fortuna, ed indifferente colle parti.
Nella sera dello avvenimento verso una mezz’ora di notte, tornando io nella mia casa dalla campagna dove ero stato a lavorare, nella via sotto i Riformati vidi che venivano dietro me Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani alla distanza di circa venti passi. Affrettai il cammino, e sotto S. Antonio de’ suddetti Riformati mi scontrai col defunto Angelomassimo Casella, il quale stava ubbriaco ed andava per sotto. Nel mattino seguente seppi che il Casella era stato mortalmente ferito, ed essendo andato a trovarlo, mi disse che tanto il Sardini che il Massimiliani l’avevano ferito nella notte precedente non quando io lo incontrai, ma circa un’ora dopo mentre tornava in città dalla casa rurale di Pasquale Scocchia.
Si vuole pubblicamente che il motivo per cui venne il Casella ferito, sia stato per causa di furto da lui consumato ai suoi offensori da molto tempo dietro.
Lettura e conferma non si è neppure contrassegnato per esserne ignaro.

Il decesso di Casella

Pretura Mandamentale di Penne

Al Signor Sindaco del Municipio di Penne

Penne, 13 Marzo 1866
Essendo trapassato Angelomassimo Casella di Penne nella scorsa notte, la prego indicare che il cadavere sia custodito nella sala anatomica di questo ospedale civile a mia disposizione.
Se ne anticipa i ringraziamenti.
Firmato: Il Pretore Gennaro Muzi

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno quattordici Marzo in Penne, Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne, assistiti dal Vice Cancelliere, visti i precedenti atti, volendo procedere alla ricognizione cadaverica di Angelomassimo Casella di Penne, trapassato ieri come dalla denunzia avanzata dal medico Sig. Nicola di Tonno, e quindi alla corrispondente autopsia cadaverica, ci siamo conferiti nella camera anatomica di quest’ospedale civico, dove per effetto di nostro ordine è stato trasportato il detto cadavere. Quivi giunti, previa citazione, abbiamo rinvenuto i seguenti individui, che richieste le loro generalità, hanno risposto essere:

  • Nemesio Falco, del defunto Francesco, di anni 40;
  • Nicola di Tonno, del fu Vincenzo, di anni 40;
  • Domenicantonio D’Angelo, del fu Francesco, di anni 49;
  • Liberato Liberatore, del fu Antonio, di anni 58

i primi due professori sanitari, e gli altri testimoni, tutti nati e domiciliati in Penne.
Abbiamo fatto prestare ai testimoni sudetti il giuramento di dire tutta la verità, nient’altro che la verità, ed ai periti sanitari quello di bene e fedelmente procedere alle loro operazioni, e di non avere altro scopo che quello di far conoscere ai giudici la pura e semplice verità, al quale atto hanno adempito alzando  in piedi la mano destra.
Quindi sono stati incaricati i testimoni suindicati delle loro incombenze, ed i medesimi dopo le osservazioni praticate alla nostra presenza ci hanno concordemente riferito: Il cadavere che si offre ai nostri sguardi, di appartenenza in vita ad Angelomassimo Casella di questo Capoluogo, e noi lo riconosciamo, dappoichè eravamo suoi amici.
I medici, alla nostra presenza, hanno sottoscritto la seguente relazione:


Al Signor Pretore del Mandamento di Penne
Penne, 14 Marzo 1866 –
Previo suo invito, in compagnia di Lei e del Cancelliere ci siamo recati in questo ospedale circondariale, ivi, dopo aver prestato il giuramento nella piena forma di rito, Ella ci ha incaricato procedere alla ricognizione del cadavere di Angelo Massimo Casella, e quindi alla autopsia, al quale incarico, dopo averci Ella dato lettura del rapporto del dì 8 febbraio ultimo, avendo noi adempito, le rapportiamo il risultato delle nostre praticate osservazioni.
Denudato il cadavere, allo esterno, nella regione lombare sinistra presentava una ferita in suppurazione con fondo e bordi lividi della lunghezza di circa tre pollici, larghezza di mezzo pollice, e profondità di mezzo pollice, ed in tutta la regione del sacro vi erano lesioni prodotte da piaghe di decubito.
Aperto il cranio, il cervello con le sue aderenze erano nello stato normale. Gli organi del torace non presentavano alcuna alterazione.
Aperto l’addome, abbiamo trovato tutti i tessuti, in corrispondenza della ferita esterna nella regione lombare sinistra, nello stato di cancrena, che diffondevasi nelle circostanze per lo spazio di cinque pollici di diametro; il rene sinistro in corso di mortificazione per pregressa flogosi; la midolla spinale nel luogo della ferita era spappolata ed annerita per lo spazio di circa tre pollici e mezzo.
Dalle su riferite osservazioni giudichiamo che Angelo Massimo Casella è mancato ai viventi circa un giorno innanzi per la cancrena della midolla del rene. Dalle circostanze della su descritta ferita, quali lesioni tutte sono state conseguenza della ferita, per cui la morte del Casella rientra per sola natura dalla riportata ferita.
Firmato:
Nicola di Tonno
Nemesio Falco

 

 L'Atto di Morte di Casella

Provincia di Teramo
Circondario di Penne
Comune di Penne
Regno d’Italia

L’Anno milleottocentosessantasei nel giorno di Mercoledì quattordici del mese di Marzo nella Casa Comunale, alle ore diciassette.
Innanzi a me Antonio de Cesaris Sindaco di questo Comune di Penne, Circondario di Penne, Provincia di Teramo, ed Ufficiale dello Stato Civile, sono comparsi Raffaele de Santis del fu Amadio, di anni quarantasette, di professione Agricoltore, domiciliato e residente in Penne, Rione San Nicola, Contrada Casale, e Vincenzo di Zio del vivente Ciro di anni quarantuno, di professione Agricoltore, domiciliato e residente in Penne, Rione Santa Marina, via Panico, i quali hanno dichiarato che alle ore quindici del giorno tredici del mese di Marzo anno corrente, in questo Comune di Penne, nella casa di sua abitazione, è morto Angelomassimo Casella, di professione bracciale, di anni cinquantasette, domiciliato e residente in Penne, Rione Santa Marina, Via Panico, marito di Mariagiuseppa Falzani, nato in Penne, figlio del fu Sabatino e della fu Marianna Scarpetta, lasciando due figli, cioè Pasquale e Maria Carmela, il primo di età maggiore, e la seconda di età minore.
Data lettura del presente Atto ai dichiaranti sudetti, non l’hanno sottoscritto perché illetterati.
Firmato: Antonio de Cesaris

VERBALE
DI QUERELA O DENUNZIA ORALE

L’anno mille ottocento sessanta sei il giorno ventidue del mese di marzo in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne assistiti dal Vice Segretario Sig. Taddei, previo invito è comparsa Maria Giuseppa Falzani, figlia del fu Sabatino, di anni 50, filatrice nata e domiciliata in Penne, moglie dell’ucciso Angelomassimo Casella.
Domandata ha dichiarato:
Il defunto mio marito Angelomassimo Casella morì per causa della ferita inflittagli da Bernardo Sardini e Pietro Massimiliano senza alcun motivo, come lo stesso mio marito mi narrò subito dopo il fatto. Intanto io non ho altri testimoni ad assegnare alla giustizia, se non Pasquale Scocchia, ed Antonio Core di Penne.
Lettura e conferma, si è asserita analfabeta, e non si è sotto segnata per non saperlo.

 

Testimoni

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno ventidue del mese di Aprile, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Antonio di Silvestre, genero del fratello germano di Bernardo Sardini.
Nella sera dello avvenimento, cioè nella sera del sette Febbraio ultimo, siccome mio suocero Camillo Sardini stava gravemente infermo, come può attestare il medico Signor Nemesio Falco, così Bernardo Sardini suo germano, ed il genero di costui Pietro Massimiliani si portavano in mia casa ad un ora di notte, dappoichè non erano ancora dieci minuti che le campane della Città avevano finito di suonare. Trovavasi pure in mia casa Maddalena Nardelli, e Mariuccia Rossi. Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani si trattennero quindi nella mia abitazione fino a tre ore di notte, e mi ricordo con precisione quest’ora, dappoichè verificai il mio orologio per vedere se era l’ora in cui potevo chiudere la casa.
Angelomassimo Casella era un celeberrimo ladro in vita sua, e compagno di Pasquale Scocchia anche ladrone. Dovete sapere che quando nella notte dello avvenimento il Casella ritornò in sua casa, e lo andò a visitare il medico Signor Nicola Tonno, disse a costui che non aveva riconosciuto i suoi offensori perché stava ubbriaco. Lo stesso Signor Tonno mi manifestava ciò in presenza di Tommaso de Fabbritiis di Penne.
Lettura e conferma, si è sotto segnato con una croce per essere analfabeta.

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno ventidue del mese di Aprile, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Antonio d’Angelo, figlio del fu Nicola, di anni 51, contadino nato e domiciliato in Penne, senza beni di fortuna ed indifferente colle parti.
Nel sette Febbraio ultimo verso un’ora e mezza di notte, tornando io da Catignano, dove ero stato per causa di appalto del vino, proprio sotto la campagna di Pasquale Scocchia e la masseria del Sig. Raffaele Francia, e propriamente nel cosidetto chiavicotto  di Cuculo, io mi incontrai con esso Scocchia il quale stava questionando con Angelomassimo Casella. Seguitai il mio cammino verso la città, e dopo aver fatto un’altra quarantina di passi udii la voce di un uomo che non riconobbi ma proveniente dalla direzione dove stavano in questione i sudetti Casella e Scocchia, che diceva – Son ferito, son ferito-. Io affrettai il passo e non mi incuriosii di vedere cosa era accaduto. Nel mattino seguente poi seppi da pubblico, che Angelomassimo Casella era stato gravemente ferito e percui feci il giudizio che l’autore avea dovuto essere Pasquale Scocchia.
Non so dirvi dove si trovavano la notte dello avvenimento Massimiliani Pietro, e Sardini Bernardo, né saprei dirvi nulla sopra la condotta tenuta in vita da Angelomassimo Casella, e sopra la condotta di Pasquale Scocchia. Non saprei particolarmente per quale motivo il Casella e lo Scocchia stavano in questione nella notte in cui ritornai da Catignano in questa Città.
Lettura e conferma, si è sottoscritto.
Antonio d'Angelo

 

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno ventidue del mese di Aprile, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparsa la testimone sottonotata.

Risponde: Sono Maria Rossi, figlia del fu Nicola, di anni 60, filatrice nata e domiciliata in Penne, senza beni di fortuna, ed indifferente colle parti.
Io non so se mai Angelomassimo Casella sia stato ferito e da chi.
Nella notte in cui fu ferito Angelomassimo Casella, Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani stavano nella casa di Antonio di Silvestro, e vi entrarono ad un’ora di notte perché aveva suonato le campane, e ne venivano verso tre ore, perché vidi l’orologio della piazza. Io pure mi trovavo nella casa del di Silvestre perché stava malato il suocero di costui Camillo Sardini.
Ciò che ho detto fin qui è tutta verità.
Lettura data l’ha confermata, è si è sottoscritta con una croce per essere analfabeta.

testimoni a discarico

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno ventidue del mese di Aprile, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparsa la testimone sottonotata.

Risponde: Sono Maddalena Nardelli, figlia di Girolamo, di anni 39, contadina nata e domiciliata in Penne, senza beni di fortuna, indifferente colle parti.
Quando fu ferito Angelomassimo Casella, cioè nel sette Febbraio ultimo, come ben ricordo dappoichè le femmine tengono tutto a mente, io mi trovavo nella casa di Antonio di Silvestre, per assistere il suocero di costui il quale stava infermo. Ad un’ora di notte, e dopo aver suonato la campana della città, si portavano in detta casa Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani, e non se ne andavano se non a circa tre ore di notte, dappoichè era troppo tardi.
Non so nulla intorno alla condotta del fu Angelomassimo Casella e di Pasquale Scocchia.
Lettura e conferma, non si è neppure sottoscritta per esserne ignara.

 

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno ventidue del mese di Aprile, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparso il testimone sottonotato.

Risponde: Sono Raffaele Perrotti.
La sera del sette Febbraio ultimo verso le ore ventiquattro si portavano nella mia casa qui in Penne Pietro Massimiliani e Bernardo Sardini, miei coloni, per travasare una botte di vino di cinque salme e vi s’intrattennero sino a circa un’ora di notte, non saprei pronunciarvi se vi mancava qualche quarto.
Mi ricordo con precisione l’indicata epoca perché al mattino seguente seppi che Angelomassimo Casella era stato ferito.
Lettura e conferma, si è sottoscritto.
Raffaele Perrotti

L’anno milleottocentosessantasei, il giorno ventitre del mese di Marzo, in Penne.
Avanti a Noi Gennaro Muzi Pretore del Mandamento di Penne è comparsa la testimone sottonotata.

Risponde: Sono Colomba Crocetta, figlia del fu Giuseppangelo, di anni 40, contadina nata e domiciliata in Penne, senza beni di fortuna, ed indifferente colle parti.
Nella notte dello avvenimento quando tornò ferito nella sua casa il mio vicino Angelomassimo Casella io vi accorsi subito e mi raccontò che era stato offeso sotto i Riformati da Bernardo Sardini e Pietro Massimiliani, i quali lo avevano tacciato ingiustamente come ladro di piante di olive.
Lettura e conferma, non si è neppure sotto segnata per esserne ignara.

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