Cuculetto il brigante di Penne

L’EVASIONE DA GAETA

Cuculetto, una volta condannato, dal carcere Giudiziario di Teramo venne tradotto al Bagno Penale di Gaeta, luogo in cui avrebbe dovuto espiare la pena inflittagli.
Rinchiuso col numero di designazione 567, non si rassegnò all’idea di restare ai lavori forzati per un ventennio.
L’occasione favorevole per evadere gli si presentò il 20 ottobre 1873, quando oramai aveva già pagato circa la metà del suo pegno con la giustizia.
Quel giorno, privo dei ferri di contenimento e sotto scorta, Cuculetto stava svolgendo, come previsto dal tipo di condanna, dei lavori sulla strada che conduceva al cimitero, in località Montesecco di Gaeta, allorchè, approfittando di una momentanea distrazione dei due secondini che lo avevano in custodia, insieme a un suo compagno di pena, riuscì a darsela a gambe.
Oramai uccel di bosco, si diresse verso il natio paese di Penne. Come lui stesso racconterà successivamente in un interrogatorio:
“Sono fuggito dal bagno di Gaeta il giorno 20 Ottobre insieme al compagno di pena Andrea Ursi di San Gregorio Magno, eludendo la sorveglianza dei guardiani.
Attraversammo Terra di lavoro, la provincia di Campobasso, i paesi di Vasto, Ortona a mare, Pescara, Montesilvano, Collecorvino. Siamo giunti a Penne dopo dieci giorni di viaggio”.

carcere di Gaeta

Il carcere di Gaeta

 

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